Le procedure di presa d’impronta rivestono un ruolo fondamentale nella realizzazione dei manufatti protesici.
A tal scopo si sono delineati protocolli operativi in grado di ridurre fortemente il margine di errore nella trasformazione del modello biologico in quello artificiale in gesso.

Ad oggi le tecniche più comuni, quelle analogiche, prevedono la presa d’impronta diretta in bocca con portaimpronta e materiali come alginati o siliconi di precisione.
Ciò comporta sedute fastidiose di alcuni minuti con difficoltà di respirazione, impossibilità alla deglutizione, talvolta conati di vomito, per la presenza di specifici ed ingombranti portaimpronte intraorali.

La più recente innovazione a tale riguardo è l’impronta ottica che fornisce la possibilità di produrre le protesi con tecniche di fresaggio CAD-CAM e di approfondire la fase diagnostica in implantologia computer guidata.

Grande è il vantaggio per il paziente che non avrà più l’ingombro del portaimpronta col materiale che deve rimanere in bocca per alcuni minuti, inoltre in caso di artefatto o errore è possibile riprendere solo il dato particolare dell’impronta mal riuscito e non necessariamente eseguirla totalmente una seconda volta. Inoltre il clinico riesce a visualizzare la situazione presente potendo correggere eventuali errori nelle preparazioni dentali, particolarmente in zone difficili da raggiungere come le zone posteriori della bocca.